IO NON AVREI SAPUTO DIRE DI MEGLIO....

... Lisbona è il cuore del fado. Una voce roca femminile o maschile, accompagnata da due chitarre, una per il ritmo una per la melodia, canta amori perduti, esili senza ritorno, nostalgia delle cose lontane, desideri insoddisfatti. Il fado rispecchia l'animo del popolo portighese e dà suono a quella saudade che è una condizione di ricerca della solitudine e di volontario abbandono alla sofferenza dell'animo.

Ma il fado ha in se stesso l'antidoto per la salvezza: ci si libera di ogni infelicità quando si cessa di cercare la causa delle cose.

L'anima portoghese, per ragioni geografiche e storiche, insegue un'idea di libertà che non sarà mai perfettamente raggiunta finchè durerà nell'uomo anche l'ultimo ricordo del legame tra la causa e l'effetto, finchè non sarà spento anche l'ultimo sospetto che le cose celino un significato. "E' a vida": ecco l'assoluzione del destino. E una suprema leggerezza è l'utopia che aleggia su Lisbona e soffia nel vento che continuamente scivola dentro, intorno, sopra la città.

Il suo sibilo è molto simile al rumore che si può immaginare prodotto dalla continua frenata dell'Europa contro l'oceano: è la musica strusciata della stessa lingua portoghese.

Paolo Ruffilli